Primavera 1928, giorno 25 maggio.
Sono ormai 27 ore di ghiaccio, vento e neve.
Il dirigibile Italia, comandato dal generale Umberto Nobile, è a circa tre ore dall'arrivo alla base.
Le condizioni sono proibitive e il ghiaccio ormai appesantisce
l' aeronave che si schianta sul pack artico a circa cento chilometri dalla terra di Nord-Est.
Gli uomini sul pack rimasero in nove; uno morì sul colpo e sei scomparvero sull' aeronave.
Fra i nove c'era il radiotelegrafista Giuseppe Biagi che dalla famosa "tenda rossa" mise in funzione il ricevitore radio e successivamente, dopo averlo riparato, il trasmettitore il cui segnale fu captato, dopo varie vicissitudini, da un radioamatore russo.
Questa in estrema sintesi la storia che vale la pena di approfondire perchè estremamente interessante e ricca di valori umani, di cui Giuseppe Biagi è stato mirabile rappresentante.
Ho iniziato però con queste poche righe per introdurre la "cassetta di Biagi",
la cosiddetta "Ondina 33", con cui sulla frequenza di 9 Mhz e una piccola antenna verticale, Biagi ascoltava la stazione di Roma San Paolo.
Il Trasmettitore, progettato e costruito all'arsenale di La Spezia,
da I1MT (Dott. Giulio Salom), comprendeva un oscillatore Hartley con una valvola Philips TB 04-10 e copriva le onde corte da 30 a 55 metri con una potenza di circa 40W. Il peso non era eccessivo, circa 12 chili .
Oggi si trova al Museo Tecnico Navale della Spezia.
Queste poche righe spero vi abbiano fatto venire il desiderio di approfondire la storia avventurosa della spedizione di Umberto Nobile, da cui è stato tratto anche un film e scritti
diversi libri, del suo telegrafista Giuseppe Biagi e della sua "ondina" e di tutti quegli uomini che nel campo della radio e non solo , hanno dato il loro contributo all' umanità.
SCHEMA DELL' ONDINA
L' ONDINA AL MUSEO TECNICO NAVALE DI LA SPEZIA
S.O.S. dal film " LA TENDA ROSSA "