Durante la prima guerra mondiale si ebbe un grande sviluppo tecnologico
dei sistemi di comunicazione sui campi di battaglia.
L’ esigenza di impartire ordini in modo rapido e sicuro
portò allo sviluppo e perfezionamento delle stazioni telegrafiche portatili,
le cosiddette “Cassette telegrafiche campali”,
prodotte dalle OFFICINE PIO - PION MILANO.
Queste erano facilmente spalleggiabili , anche se ben presto vennero affiancate dai telefoni da campo, che non richiedevano personale specializzato
ed erano più maneggevoli e di immediato utilizzo.
La cassetta telegrafica campale era composta da 2 elementi,
il trasmettitore e il ricevitore.
Il trasmettitore era dotato di un interruttore a molla che dava o meno tensione alla linea telegrafica, permettendo così la manipolazione in Morse.
Il ricevitore era dotato di un dispositivo acustico azionato dalla corrente di linea e da una elettrocalamita che permetteva ad una leva la scrittura su una striscia di carta, inchiostrata da un rullo e fatta scorrere da un meccanismo ad orologeria con carica a molla.
Quando la corrente si interrompeva, una molletta provvedeva a rimettere a posto la leva.
Le misure della "cassetta" erano di 38,5 cm x 50,5 cm x 39,5 cm per 18.7 Kg di peso.
La cassetta telegrafica campale rimase in uso presso l'esercito italiano fino al 1945.